5 COSE DA FARE A LUGLIO NELL’ORTO
RACCOGLIERE: E’ UN MESE RICCO!
La prima cosa da fare nell’orto a Luglio è raccogliere i frutti delle nostre semine! Sono ormai giunti a maturazione gli ortaggi estivi seminati in precedenza. Il raccolto abbondante comprende: melanzane, cetrioli, peperoni, pomodori, meloni, fagiolini, piselli, lattuga e tutte le piante aromatiche.
IRRIGARE: ARRIVA IL CALDO
Luglio è anche uno dei mesi più caldi dell’anno, perciò l’orto richiederà innaffiature frequenti, una volta al giorno per tutta l’estate. Se non potete occuparvene, è meglio munirsi di un sistema di irrigazione a goccia che provvederà a bagnare le piantine al posto vostro mentre siete in vacanza.
SEMINARE: PENSIAMO ALL’AUTUNNO
L’orto è un ciclo continuo: oltre alla raccolta di ortaggi, Luglio è anche tempo di semina e si possono cominciare a interrare ortaggi autunnali come cavoli, porri, finocchi, radicchio e alcuni buonissimi ortaggi tardivi come piselli, biete, zucchine, ravanelli, lattuga e carote.
TRUCCHI: PROTEGGIAMO I POMODORI
Per favorire lo sviluppo dei primi grappoli della pianta di Pomodoro, dobbiamo cimare e asportare alcuni rami bassi privi di frutti. È anche necessario spostare all’ombra le varietà più delicate, sopratutto se si pensa di partire e lasciare l’orto al proprio destino: in questa stagione il sole è forte e può bruciare alcune piante.
CONCIMARE: NON ESAGERIAMO
L’orto in questo periodo dell’anno non necessita di particolari concimazioni, anche perchè i raccolti sono frequenti. Nel caso in cui riteniate necessario intervenire, è importante scegliere fertilizzanti ricchi di Potassio e poveri di Azoto, per evitare di compromettere il gusto del raccolto. Ovviamente autorizzati in agricoltura biologica!
SEMINE PRIMAVERILI: L’IMPORTANZA DELLA ROTAZIONE
Prima di procedere alla semina primaverile è importante considerare la rotazione delle coltivazioni. Ogni specie di pianta, crescendo, assorbe dal terreno tutte le sostanze nutritive necessarie al suo sviluppo e, contemporaneamente, attraverso le radici ne espelle delle altre. Non esistono in natura (eccezion fatta per i pomodori e i fagioli rampicanti) piante orticole che ricrescono, di anno in anno, sempre nello stesso luogo, senza causare un notevole impoverimento del terreno. Cioè la cosiddetta “stanchezza” del terreno: le piante non prosperano più e vengono facilmente attaccate da malattie e insetti. E’ per prevenire questi problemi che l’esperienza ha suggerito la pratica della rotazione delle colture.
Vale quindi la pena ricordare la grande capacità delle leguminose, di fissare l’azoto dall’aria cedendolo al terreno tramite le radici: un processo che rivitalizza il terreno, infatti è sempre consigliabile seminare delle leguminose prima e dopo la coltivazione di un ortaggio forte consumatore di elementi nutritivi, come per esempio i cavoli, le patate o le zucchine.
La rotazione delle coltura consiste nell’alternare di anno in anno, sulle aiuole dell’orto, la coltivazione degli ortaggi suddividendoli in grandi consumatori (cavolfiori, cavoli, cavolini di Bruxelles, cavolo rapa, cetrioli, patate, pomodori, porri, sedano rada, zucche e zucchine), medi consumatori (aglio, barbabietole, carote, cipolle, finocchi, insalate, ravanelli, spinaci) e deboli consumatori (aromatiche, erbe medicinali, fagioli, piselli). In una rotazione quadriennale, nel quarto anno potrete lasciar “riposare” il terreno, magari arricchendolo con una “concimazione verde” di leguminose. Inoltre alcune piante, se coltivate vicine, favoriscono il reciproco sviluppo e si difendono vicendevolmente dai parassiti. Le sostanze emesse dalle radici dei pomodori, per esempio, stimolano la crescita dei sedani e le carote tengono lontana la mosca delle cipolle e viceversa. L’agricoltura biologica sfrutta proprio queste simpatie fra le piante per evitare l’uso di fertilizzanti chimici e agrofarmaci.
La semina è forse il momento più importante per la costruzione di un orto. Un seme ha bisogno di calore, aria e umidità e tocca a noi fornirglieli. Non abbiate fretta di seminare: attendete, in primavera, che il terreno sia sufficientemente riscaldato e, se il freddo dovesse tornare improvvisamente, preparatevi a proteggete l’orto con dei teli. In primavere il terreno dovrebbe essere morbido, ricco di humus e non compatto: se la concimazione autunnale è stata condotta a regola d’arte, è così che dovreste ritrovare il vostro giardino in primavera. Sarà quindi sufficiente una lavorazione superficiale e di pareggiamento per favorire la defluizione dell’acqua d’irrigazione ed evitare pericolosi ristagni.
LA CALCIOCIANAMIDE NITRATA: L’ORTO A FEBBRAIO
La Calciocianamide Nitrata è un ottimo fertilizzante, che viene utilizzato nei mesi invernali per la preparazione del terreno alla successiva semina: con la fine delle gelate il terreno diventa più malleabile e quindi più facile da lavorare. Infatti, prima della semina o del trapianto delle colture, occorrerà effettuare un’accurata vangatura: frantumando le zolle arieggeremo il terreno, lo renderemo più permeabile ed elimineremo i residui delle precedenti colture, sassi ed erbacce.
LA CALCIOCIANAMIDE NITRATA
Dopo questa operazione, andremo ad irrigare il terreno e subito dopo a distribuire in modo uniforme la Calciocianamide Nitrata, un concime che migliora la fertilità naturale del terreno e manifesta anche un’azione polivalente contro funghi e insetti parassiti.Il terreno umido e il periodo di attesa (15-20 giorni) tra la stesura della Calciocianamide Nitrata e la semina sono due fattori essenziali per dargli il tempo necessario per trasformarsi in azoto a lenta cessione disponibile alla coltura.Successivamente, se il clima sarà sufficientemente mite, potremo iniziare la semina di alcune colture, in particolare si consigliano le crucifere, i legumi, le piante aromatiche, le carote.In zone con temperature più basse occorrerà proteggere i germogli dalle gelate e mantenere il terreno umido e sufficientemente caldo utilizzando del tessuto non tessuto oppure una serra tunnel.Se il gelo si fa ancora sentire, si consiglia di non esagerare con le annaffiature nei primi giorni, ma di aspettare di vedere uscire dal terreno i primi germogli.